Casatenovo, 16.05.2002

Purtroppo ancora una volta viene fatta disinformazione sul problema dellíacqua, sia tramite affermazioni semplicistiche fatte da persone forse in buona fede ma non sufficientemente informate sullíargomento, e anche tramite articoli di giornale che riportano solo una parte delle informazioni a scapito della veritiera descrizione della realtà.

Riteniamo doveroso fornire alcuni chiarimenti e correzioni alle Vs. affermazioni:

• Líacqua "pura" di sorgente o di pozzo è senzíaltro un bene prezioso ma purtroppo quasi assente nel territorio dei comuni del CIAB, che hanno costituito il Consorzio proprio per trovare fonti di approvvigionamento idonee al fabbisogno idrico potabile del territorio.
• Il trattamento per la potabilizzazione delle acque del lago di Lecco è tuttíaltro che "pesante" come risulta anche dalla classificazione ufficiale della Regione Lombardia (DGR 12304 del 30.07.1991) relativa alla fonte di approvvigionamento utilizzata e allíimpianto di potabilizzazione (categoria A2 di cui al DPR 515/82); Vi ricordiamo inoltre che líapprovvigionamento da acque superficiali è di gran lunga il più utilizzato in Europa (nonché in Italia per molte città fra cui Torino, Firenze, etc.).
• Le sostanze chimiche utilizzate dal Consorzio sono in quantità tuttíaltro che "massicce", e anche quelle per la disinfezione sono dosate a livelli minimi (pari ad es. per líipoclorito ad un dosaggio medio di 0,4 mg/l), analoghi o anche inferiori ai dosaggi utilizzati in alcuni casi per pozzi o sorgenti.

Considerato quanto sopra, e salvo che Voi siate a conoscenza di fonti di sorgenti o di falda di buona qualità presenti nel territorio della Brianza e non ancora censite dagli organismi tecnici e scientifici istituzionali (Genio Civile, Provincia, Università, etc.), non riteniamo opportuno suscitare dubbi ai cittadini sulla buona qualità dellíacqua distribuita, giornalmente controllata dal CIAB e verificata dallíASL e ampiamente rientrante nei parametri consigliati, favorendo in tal modo solo líutilizzo spropositato di acque minerali e la sfiducia degli utenti nel CIAB nonché nelle altre aziende pubbliche del settore operanti sul territorio.

Essendo stati i dati da noi forniti divulgati in modo scorretto e incompleto richiediamo al direttore del giornale, che ci legge per conoscenza, di provvedere alla pubblicazione della presente nota di chiarimento, anche a tutela della corretta informazione dei circa 300.000 utenti del CIAB.

Distinti saluti.

Consorzio Intercomunale Acquedotto Brianteo

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