Già numerose le adesioni all'appello lanciato dalla Legambiente di Merone

"Acqua: bene pubblico da difendere"

"Il rischio è quello della privatizzazione delle risorse idriche"

"Proprio in questi giorni, durante i quali si parla tanto di acqua (soprattutto per la sua carenza), è necessario fare sentire la nostra voce per difendere l'acqua come bene di tutti". A lanciare l'appello "Acqua: bene pubblico da difendere" è la Legambiente di Merone, dalle pagine del proprio sito web. E sono già molte le adesioni pervenute all'indirizzo e-mail dell'associazione ambientalista. Nel documento (il testo è alla pagina acqua/acquaAppello.htm) si legge:

"Intendiamo portare questo appello all'attenzione della Regione Lombardia, delle Province di Como e di Lecco, delle Comunità montane, di tutte le Amministrazioni Comunali e di tutti i cittadini. Con la convinzione che, solo con tempestive forme di autorganizzazione e di più fattiva collaborazione con le istituzioni locali, i cittadini possono influire efficacemente sui processi decisionali che riguardano questo loro diritto fondamentale e inalienabile. L'acqua è una risorsa di tutti ed è preziosa quanto strategica per il futuro dell'umanità."

L'appello parte da alcune considerazioni, sia su base mondiale che su scala locale. Per quanto concerne gli aspetti "globali" si cita:

"Quasi un miliardo e mezzo di esseri umani, sui sei miliardi che popolano il nostro pianeta, non ha accesso all'acqua potabile. Per fenomeni come la crescita demografica o le conseguenze dell'inquinamento globale, si calcola che nel 2020 saranno tre miliardi gli esseri umani privi del diritto di accesso all'acqua. E' nostro dovere, di noi che ne godiamo ora, garantire a noi stessi e alle generazioni future questo diritto fondamentale, valorizzando, difendendo e conservando questa risorsa vitale, adottando dei criteri più intelligenti e consapevoli per il suo utilizzo e stabilendo dei principi, che siano universalmente riconosciuti, e che vedano gli uomini, le persone, i cittadini, al centro di ogni processo decisionale che li riguardi."

Nell'appello si trattano poi gli aspetti nazionali:

"In Italia, un terzo dei cittadini italiani non ha regolare e sufficiente accesso all'acqua potabile, con punte dell'88,4% in Molise e Calabria, dell'82,4% in Campania, del 71% in Abruzzo. Solo il 40% degli italiani beve l'acqua che sgorga dal rubinetto, mentre siamo i primi consumatori al mondo di acque minerali. Un vorticoso giro d'affari alimentato dalla speculazione su un nostro diritto. Nell'arco di un quinquennio sarà completata la riorganizzazione delle risorse idriche secondo quanto previsto dalla Legge Galli del 1994. Nei 34 articoli della legge si afferma innanzitutto (art. 1) che "l'acqua è un bene pubblico che va salvaguardato e gestito, nell'ottica prioritaria del consumo umano"; si dichiara la natura pubblica della risorsa acqua; si definisce un nuovo assetto gestionale individuando gli Ambiti Territoriali Ottimali con la individuazione di un unico gestore di ambito e istituendo il servizio idrico integrato (captazione, adduzione, distribuzione, fognature, depurazione, riciclaggio); ma nello stesso tempo si favorisce la mercificazione dell'acqua e si consegna, di fatto, alla logica della speculazione privata il controllo di questa risorsa primaria."

Anche l'aspetto più propriamente locale viene affrontato all'interno dell'appello lanciato dalla Legambiente di Merone:

"Nella province di Como e di Lecco, i Comuni hanno adottato la Convenzione per la gestione dei rispettivi ATO, che rischia di consegnare nelle mani di società private la gestione delle risorse idriche. E' così iniziato il processo di privatizzazione dell'Acqua. L'acqua abbandona lo status di risorsa da proteggere e diventa bene di consumo, prodotto da vendere. I cittadini non avranno più alcuna garanzia che la gestione di questa risorsa segua e rispetti i criteri di conservazione della qualità e di risparmio, al contrario, prevarrà la logica del massimo profitto industriale, che raramente coincide con il rispetto del diritto all'acqua. I Comuni manterranno la proprietà delle infrastrutture ma di fatto daranno carta bianca alle società private, multinazionali o non, che potranno influire sui loro bilanci, variando le tariffe e incentivando i consumi, con l'inevitabile impoverimento delle riserve idriche locali e con la crescita del prezzo dell'acqua. Se si aggiunge a questo la penosa condizione in cui versano i laghi e i corsi d'acqua della regione, per la insufficiente quantità e qualità delle acque, risulterà sempre più difficile per noi cittadini disporre di una quantità e una qualità di acqua sufficiente per il fabbisogno quotidiano, ma soprattutto, di fatto, ci verrà a mancare la possibilità di esercitare il controllo diretto di questa risorsa, così importante per tutti."

Al termine dell'appello si legge:

"Chiediamo inoltre l'adesione al "Manifesto del Contratto mondiale sull'acqua", che ha come obiettivo quello di richiamare i governi di tutto il mondo a un maggior impegno per la conservazione, la protezione e l'equa distribuzione della risorsa acqua sul pianeta, ma anche quello di richiamare noi, semplici cittadini, a una maggiore partecipazione e a una più forte volontà di tutela; a un maggiore impegno sul piano generale e sociale, quanto su quello dei comportamenti individuali. Proponiamo inoltre l'istituzione di un Forum territoriale permanente sui problemi delle risorse idriche. Compiti del forum saranno: promuovere assemblee cittadine, seminari di studio e eventi, legati al tema dell'acqua."

La Legambiente di Merone invita tutti, amministratori pubblici, associazioni e cittadini, a inviare la propria adesione all'indirizzo e-mail: merone@legambiente.org


Merone, 19 luglio 2002

LEGAMBIENTE - Circolo di Merone (CO)