COMITATO COMASCO PER L’ACQUA PUBBLICA

 

Il Comitato Comasco per l’Acqua Pubblica plaude all’iniziativa della Provincia di Como, ma chiede interventi contro la privatizzazione dei servizi idrici

Provincia di Como: ok al Progetto H2O, ma l’acqua non deve essere privatizzata!

COMO – Il “Comitato Comasco per l’Acqua Pubblica” plaude all’iniziativa dell’Amministrazione Provinciale di Como per il Progetto H2O, ma allo stesso tempo chiede che il servizio idrico non venga privatizzato.

Come Comitato Comasco per l’Acqua Pubblica sosteniamo l’iniziativa dell’Assessorato all’Ambiente di Villa Saporiti per l’installazione di 15 distributori di acqua in altrettanti comuni comaschi. Sicuramente il progetto va nella giusta direzione: promuovere di bere l’acqua di rubinetto, che spesso è più controllata e quindi sicura rispetto alle acque in bottiglia. Col vantaggio ecologico di evitare il trasporto delle bottiglie e lo smaltimento della plastica, che poi finisce negli inceneritori.

 

Ma il Comitato Comasco per l’Acqua Pubblica denuncia il grave rischio di privatizzazione che incombe sul servizio idrico a livello provinciale. Nel 2007 l’ATO di Como (formato dalla stessa Provincia e dai 162 comuni comaschi) ha deciso di mettere a gara l’erogazione dei servizi idrici, ovvero la conduzione di acquedotti, fognature, depuratori. In questo modo l’acqua di tutta la provincia verrà di fatto privatizzata! Infatti alla gara, che sarà bandita a livello europeo, avranno sicuramente la meglio i colossi multinazionali dell’acqua come Suez o Veolia (che hanno privatizzato l’acqua in mezzo mondo). La stessa azienda comasca ACSM è quotata in Borsa ed è legata ad A2A, a sua volta consociata con la multinazionale francese Suez.

Lo stesso rischio di privatizzazione sussiste per la nuova società patrimoniale dell’acqua, denominata “ComoAcqua s.r.l.”, costituita dalla Provincia e, nella fase successiva, dai comuni. Se è vero che la nuova società nasce pubblica, non altrettanto vero è che lo resterà in futuro. Infatti nelle linee-guida che sono state proposte in votazione ai consigli comunali, si prepara la strada all’ingresso dei privati nella società patrimoniale!

 

Quello che chiediamo all’Amministrazione Provinciale è coerenza: non è sufficiente promuovere l’acqua del rubinetto, se poi la stessa acqua verrà di fatto erogata da una multinazionale, che avrebbe a cuore il profitto e non la qualità del servizio idrico né una bollettazione socialmente tollerabile per le fasce più deboli della popolazione.

L’impegno prioritario della Provincia e di tutti i Comuni deve essere quello di impedire la privatizzazione dell’acqua, assicurando che gli acquedotti siano gestiti in maniera efficiente senza che nessuno possa speculare alle spalle dei cittadini. L’acqua è un bene comune che deve restare in mani pubbliche al 100%.

 

COMITATO COMASCO PER L’ACQUA PUBBLICA

 

 

Como,  12 agosto 2008