Successo per l’incontro pubblico organizzato a
Cernobbio dal Comitato Comasco Acqua Pubblica
“L’ATO di Como deve applicare la nuova legge regionale, senza
passare dalla gara”
CERNOBBIO (CO) - Grande successo per l’incontro sul tema acqua tenutosi mercoledì
4 febbraio presso la Sala Consigliare del Comune di Cernobbio.
L’incontro,
dal titolo “Gestione pubblica
dell’acqua in provincia di Como”, era organizzato dal Comitato Comasco Acqua Pubblica, in
collaborazione col Gruppo Consigliare “Progetto Cernobbio”. (www.circoloambiente.org/acqua/acquacernobbio_2009.pdf)
Alla
serata hanno partecipato alcuni sindaci, una decina di assessori, alcuni
responsabili di aziende pubbliche di gestione acqua, oltre ad un folto pubblico
interessato ad approfondire il tema della gestione dell’acqua nel territorio
della provincia di Como.
Durante
l’incontro sono state illustrate le modifiche
alla Legge Regionale sui servizi idrici, recentemente votate dal Consiglio
Regionale. Le modifiche cancellano l’obbligo, imposto dalla precedente norma
regionale del 2006, di mettere a gara il servizio di erogazione dell’acqua.
Secondo
il Comitato Comasco Acqua Pubblica gli ATO hanno ora la possibilità di applicare gli scenari
aperti delle modifiche di legge. Nel nostro caso l’ATO di Como dovrebbe
aggiornare il Piano d’Ambito, affidando direttamente gestione ed erogazione dei
servizi idrici alla stessa società patrimoniale ComoAcqua - proprietaria di
reti ed impianti – adeguandone lo Statuto. In questo modo in provincia di Como
si potrà mantenere la gestione dell’acqua tramite le aziende pubbliche locali, senza
cadere nelle logiche della finanziarizzazione e degli intrecci societari
che, nel disegno di Formigoni, avrebbero avuto in A2A il soggetto
lanciato alla conquista della gestione dell’acqua di tutta la Regione,
unitamente ad energia, gas e rifiuti.
Alcuni sindaci hanno espresso forti perplessità
sul percorso intrapreso finora dall’ATO, che
recepiva il precedente vincolo imposto dalla Legge Regionale in merito alla
suddivisione del servizio in 2 parti – gestione ed erogazione – da affidare a 2
società diverse, con l’obbligo di mettere a gara – e quindi di privatizzare –
il servizio di erogazione. I sindaci
hanno espresso la preferenza per l’affidamento del servizio alle società
pubbliche che già oggi gestiscono il servizio nei vari circondari,
prevedendo, per una gestione più capillare delle reti idriche, la suddivisione
del territorio in sub-ambiti, situazione tra l’altro preesistente alle
modifiche deliberate dall’ATO nel 2007.
Durante
il dibattito, si sono rammentati i rischi contenuti nella normativa nazionale:
si è ribadita la necessità di lottare per pretendere una modifica dell’art. 23 bis della legge n. 133 - votata
lo sorso agosto - che a sua volta “obbliga” a ricorrere alla gara per
l’affidamento dei servizi pubblici, definiti di rilevanza economica.
La quasi totalità degli interventi hanno evidenziato la necessità che
l’acqua venga dichiarata un diritto umano, privo di interesse economico.
Infatti solo in questo modo sarà possibile salvaguardare l’acqua come bene
comune in tutta Italia.
Il
Comitato Comasco Acqua Pubblica intende programmare, in collaborazione con
sindaci, consiglieri comunali, comitati locali, altri momenti informativi sul
territorio provinciale, destinati a diffondere il tema della gestione pubblica
dell’acqua.
COMITATO COMASCO PER L’ACQUA PUBBLICA
Como, 05
febbraio 2009