Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” prende
posizione sull’ennesimo inquinamento del torrente
“Bisogna punire le aziende che
inquinano”
COSTA MASNAGA (LC) – “È l’ennesimo episodio di
inquinamento del Bevera a causa di uno scarico industriale.” È quanto
denuncia il Circolo Ambiente
“Ilaria Alpi” in seguito allo sversamento di
una sostanza resinosa che ha colorato di bianco il corso del torrente
Bevera di Molteno, nel tratto che va da Costa Masnaga fino alla confluenza col
fiume Lambro, passando per il territorio comunale di Rogeno.
L’episodio
di inquinamento, iniziato venerdì pomeriggio, ha avuto origine da una vasca
di raccolta fanghi presso la ditta Puricelli di Costa Masnaga. Da qui la
sostanza biancastra si è riversata nella roggia Marcione, affluente del
torrente Bevera. Da subito alcuni volontari presenti sul posto hanno notato che
le acque del Bevera assumevano la strana colorazione, che dopo pochi minuti
raggiungeva la zona del Colombaio di Costa Masnaga e da qui fino al fiume
Lambro.
Dichiarano
ora gli esponenti del Circolo Ambiente: “È l’ennesimo episodio di
inquinamento che si verifica nel torrente Bevera. L’ultimo in ordine di
tempo si è verificato lo scorso 8 settembre a causa di uno scarico di ammoniaca
proveniente da un salumificio della zona industriale di Molteno. In quel caso
vi era stata una totale moria di pesci. Anche l’episodio di questo fine
settimana è stato causato da un’azienda ed ha provocato un pesante inquinamento
delle acque, al punto che i comuni di Costa Masnaga, Rogeno e Nibionno, hanno
dovuto sospendere l’erogazione dell’acqua potabile proveniente dai pozzi in
località Colombaio.”
Il
Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” denuncia il comportamento delle aziende che si
sono rese responsabili degli inquinamenti.
Accusano
gli ambientalisti: “Queste aziende non si sono nemmeno preoccupate di
avvertire i Comuni e l’ARPA delle loro malefatte. Questo attesta un
comportamento omissivo e pericoloso. Se non vi fossero stati i volontari ad
allertare le autorità, l’inquinamento sarebbe continuato per giorni. Adesso occorre
che queste aziende vengano punite severamente per i loro scarichi inquinanti
che hanno comportato un danno ambientale incalcolabile. Chiediamo alle autorità
preposte, Comuni e Provincia su tutte, di chiedere un risarcimento danni a queste aziende, che non possono certo avanzare
l’incidentalità degli episodi.”
Il
Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” chiede anche interventi di prevenzione: “Le aziende devono essere messe in condizioni di
non inquinare coi loro scarichi. Le tubazioni e le vasche di raccolta
fanghi devono essere monitorate e periodicamente controllate, per evitare
che in futuro non vi possano essere altri sversamenti che potrebbero inquinare
i corsi d’acqua!”
Merone, 22 ottobre 2006