MERONE (CO) - La Cementeria di Merone è diventata a tutti gli effetti un inceneritore di rifiuti! È questa la nostra constatazione dopo l'annuncio dell'avvio dei test per la combustione delle farine animali nei forni del cementificio meronese.

Non sono le farine animali in sé a preoccuparci quanto il fatto che il cementificio sta diventando il ricettacolo dei rifiuti di più diversa origine: dagli scarti derivanti dalla pulizia di cisterne contenenti oli fino ai grassi ed oli provenienti dalla raccolta differenziata, dalle farine animali alle miscele di rifiuti derivanti da trattamenti chimico/fisici di rifiuti industriali.

E sono soprattutto i reflui industriali che ci preoccupano: si tratta di rifiuti pericolosi poiché contengono residui tossico-nocivi che possono aumentare il carico inquinante e creare una situazione di rischio se bruciati a ridosso delle case.

Il Protocollo d'intesa sottoscritto nel 1999 da Regione, Provincia, Comune e Cementeria ha istituito una Commissione Tecnica e una Commissione Istituzionale (a cui la nostra associazione ha deciso di non prendere parte), col compito di controllare i combustibili e le emissioni: a cosa servono queste Commissioni se poi ogni mese si "scopre" un nuovo rifiuto che la Cementeria brucia nei suoi forni? Quanto frutterà all'azienda bruciare le farine animali? A questo punto ci chiediamo se l'azienda guadagni di più dallo smaltimento dei rifiuti che non dalla vendita del cemento...

Legambiente ribadisce la propria contrarietà alla combustione dei rifiuti a Merone: il cementificio è inserito in un'area densamente abitata in cui risulta inopportuno l'uso di combustibili derivati dai rifiuti!