Piano
casa della Regione Lombardia: un’altra colata di cemento!
MILANO - Gli allagamenti e i danni provocati dagli acquazzoni
del 17 luglio in molte province della Lombardia sono la diretta conseguenza
di una dissennata gestione del territorio.
Tutti sanno che buona parte del nostro territorio è soggetto al dissesto idrogeologico. Peccato che coloro che dovrebbero intervenire (le istituzioni) non solo non fanno nulla per la prevenzione, ma al contrario tendono a peggiorare la situazione, mettendo sempre più a rischio il suolo.
È
quanto sta facendo la Regione Lombardia: è paradossale che dopo
l’acquazzone del 17 luglio Formigoni abbia chiesto lo stato di calamità
“naturale” (sarebbe meglio dire “artificiale”), a distanza di soli 3 giorni
dall’approvazione del devastante “Piano casa”. Con questo “Piano casa” la
Regione ha dato il via ad una nuova colata di cemento, senza regole e senza
rispetto per l’ambiente. Infatti il Pirellone permette di derogare ai già
troppo elastici piani regolatori comunali, consentendo di aumentare fino al 30
o 40% le volumetrie esistenti!
Per i comuni, oltre al danno della sospensione delle
regole urbanistiche, anche la beffa della riduzione del 30% degli oneri di
urbanizzazione con cui verranno premiati i costruttori.
Mi
chiedo cosa succederà in quei comuni della Lombardia in cui già oggi più della
metà del territorio è cementificato, cioè coperto da capannoni, case e strade. Ci
sarà una nuova valanga di cemento, nell’interesse degli immobiliaristi, contro
l’ambiente.
Mandiamo
a casa questi politici che sanno governare solo in nome dei cementificatori e
se ne fregano dell’ambiente e della vita dei cittadini.
Merone, 19
luglio 2009