MANIFESTO
per una corretta pianificazione delle cave di sabbia e ghiaia in Provincia di Como

COMO - Le modifiche alla proposta del Piano Cave della Provincia di Como, approvate dalla Giunta della Regione Lombardia, prevedono che, oltre alle aree già interessate da cave di sabbia e ghiaia (Cucciago-Vertemate, Luisago-Villaguardia, Grandate, Parè, Faloppio, Lanzo d'Intelvi, Porlezza), se ne debbano individuare ulteriori (Cermenate, Alzate Brianza, Cassina Rizzardi, Bulgarograsso, Fino Mornasco, Casnate con Bernate, Erba e Caslino d'Erba, quest'ultima per pietrisco), che determineranno un ulteriore impatto ambientale e territoriale legato appunto all'apertura di nuovi poli estrattivi.

Al contrario i dati in nostro possesso dimostrano che la necessità principale nella nostra Provincia non è quella di aprire nuove cave, ma quella di ripensare il modo di pianificare e gestire il settore estrattivo, ottimizzando le sfruttamento delle risorse disponibili, nel rispetto delle componenti ambientali interessate. Infatti il dato relativo ad un fabbisogno annuale di sabbia e ghiaia di circa 2 milioni di metri cubi risulta fortemente sovrastimato.

A nostro parere occorrerebbe prioritariamente mettere in atto i seguenti aspetti:

1) incentivare e promuovere (così come previsto dalle leggi sulle cave) il riciclaggio degli inerti (materiali provenienti da scavi e demolizioni che possono opportunamente essere riutilizzati in edilizia): nella nostra Provincia si producono circa 700.000 metri cubi all'anno di tali materiali;

2) razionalizzare le superfici di escavazione all'interno delle cave esistenti (ad esempio riperimetrando le fasce di rispetto dei pozzi, garantendone in ogni caso la tutela), recuperando in tal modo oltre 2 milioni di metri cubi di materiali nei poli già attivi;

3) vietare l'esportazione di sabbia e ghiaia, prodotte in Provincia di Como, verso la Svizzera: infatti ogni anno circa 200.000 metri cubi di tali materiali vengono esportati in Canton Ticino; in tal senso si potrebbe richiedere una moratoria su base regionale.

Perseguendo le priorità di cui sopra, si arriva a dimostrare líinopportunità dell'apertura di nuovi poli estrattivi, dei quali alcuni porterebbero, oltre ad un elevato impatto ambientale, volumi limitati di materiali, in alcuni casi di scarsa qualità.

Il rischio legato all'apertura di nuovi poli estrattivi, oltre a determinare un notevole danno territoriale, impedisce il ripristino ambientale delle cave attive, poiché queste non vengono esaurite entro i tempi previsti.

Chiediamo pertanto alla Giunta Regionale di ritirare la propria delibera e di riportare la discussione in sede di Amministrazione Provinciale di Como.
Chiediamo alla Regione Lombardia e alla Provincia di recepire le proposte contenute nel presente "Manifesto" nella fase di approvazione definitiva del nuovo Piano Cave della Provincia di Como.

Como, luglio 2002 LEGAMBIENTE - Coordinamento Provinciale di Como
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