Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” interviene sulla
cementificazione del territorio
<<Basta con “villettopoli” e
“capannonizzazione”. Occorre modificare la legge regionale e cancellare il Polo
del Mais!>>
LECCO – In tema di tutela del paesaggio,
l’Amministrazione Provinciale di Lecco deve imparare da quella di Como!
Sull’onda della lodevole inchiesta
del giornale “La Provincia”, nelle scorse settimane il Consiglio Provinciale
di Como ha approvato una proposta di modifica della legge regionale urbanistica
(L.R. 12/2005) nella direzione di una maggior tutela del territorio.
Infatti nella proposta di legge, si chiede alla Regione Lombardia introdurre
una prescrizione tale per cui i Comuni, in attesa dell’entrata in vigore
dei nuovi PGT (Piani di Governo del Territorio) potranno approvare eventuali
Piani Integrati di Intervento (P.I.I.) esclusivamente per il recupero di aree
dismesse o degradate. Si propone inoltre l’istituzione di commissioni paesaggistiche in associazione fra più
Comuni.
Nella delibera, il Consiglio
Provinciale di Como fa un disamina delle lacune della pessima L.R. 12/2005, che
in materia urbanistica da’ troppi poteri ai comuni, anche per le autorizzazioni
paesaggistiche. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: una cementificazione
selvaggia che negli ultimi anni sta rovinando ancor di più il territorio,
colpendo finanche le pregiate sponde del lago, come l’inchiesta de “La
Provincia” ha evidenziato.
Ma la “villettopoli” e la
“capannonizzazione” hanno interessato soprattutto la Brianza lecchese e comasca.
Finora l’Amministrazione
Provinciale di Lecco, rappresentata dall’assessore al territorio, Emanuele
Panzeri, non solo non ha fatto nulla per fermare la cementificazione. Al
contrario ha permesso questo “sviluppo” selvaggio, concedendo a destra e a
manca pareri favorevoli a pratiche di Sportello Unico e P.I.I., che stanno
riempiendo il territorio di nuovi capannoni di cui sinceramente non si sentiva
il bisogno, stante la recessione economica che purtroppo ha colpito anche il
nostro territorio. L’ultimo parere favorevole concesso in ordine di tempo, il
nuovo capannone della Eusider a Cesana Brianza.
Gli altri esempi sono sotto gli
occhi di tutti. Pensiamo a quanto ha fatto Oggiono negli scorsi decenni.
Sirone ha di recente approvato una nuova area industriale. Addirittura
nella zona collinare di Colle Brianza sono sorti nuovi capannoni. Ad Annone
Brianza è in corso la realizzazione di un nuovo piano di lottizzazione
industriale, che sta cancellando un’estesa e pregiata area agricola! A Bosisio
Parini qualche mese fa è stato approvato un P.I.P. (Piano di Insediamento
Produttivo) su un’area verde. Per non parlare dello sviluppo residenziale:
l’Oggionese è l’area che ha avuto il maggior incremento della popolazione negli
ultimi anni!
Gli impegni che chiediamo ora a
Villa Locatelli non sono una rivoluzione, ma semplicemente un’assunzione di
responsabilità seria e decisa per tutelare con tutte le forze il territorio,
opponendosi alla cementificazione. Come primo impegno chiediamo al Consiglio
Provinciale di Lecco di votare la stessa proposta di modifica della L.R.
12/2005, approvata dai cugini di Como. Sicuramente è già troppo tardi per
fermare il cemento selvaggio, ma almeno si salverà il salvabile. Il divieto
deve valere sia per i P.I.I. sia per le pratiche di Sportello Unico su aree
verdi, limitandoli alle aree dismesse.
Con questo vincolo si fermerebbe
anche la nuova area industriale di Molteno (che ha ricevuto il via
libera dal Consiglio Comunale nelle scorse settimane) evitando la
cementificazione di 50 mila metri quadri di verde a ridosso del torrente
Bevera. Il tutto a poche centinaia di metri dall’area del Mais, sulla
quale la stessa Amministrazione Provinciale di Lecco insiste per realizzare il Polo
industriale.
Illusorio è
stato anche solo “spacciare” il Polo del Mais come alternativa a nuove aree
industriali sparse a macchia di leopardo nella Brianza Oggionese. La verità è
che finora anche l’Amministrazione Provinciale non è stata capace (o non ha
avuto il coraggio) di fermare la “capannonizzazione”.
È chiaro che con tutta questa
proliferazione di nuovi stabilimenti nella Brianza Oggionese, il Polo del Mais
va definitivamente cancellato! Si risparmieranno in tal modo (molti) soldi
pubblici e (ben) 400 mila metri quadri di preziosa area verde.
Il tutto nell’interesse delle
future generazioni e della tutela dell’ormai residuale paesaggio naturale.
Roberto Fumagalli, presidente del Circolo
Ambiente “Ilaria Alpi”
Merone, 18
marzo 2008