Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” critica lo studio di fattibilità del polo produttivo tra Molteno e Bosisio Parini

No al polo industriale del Mais:  e le aree dimesse?

Roberto Fumagalli: “La Provincia non deve favorire la speculazione urbanistica!”

MOLTENO (LC) –  Esprimo la mia critica al metodo di approvazione ed ai contenuti dello studio, condotto dall’Amministrazione Provinciale di Lecco, in merito alla fattibilità del polo industriale nell’area del Mais, tra i comuni di Molteno e Bosisio Parini.

Nello studio vengano citati i vincoli ambientali esistenti ed in particolare il fatto che l’area del Mais risulta racchiusa tra due corridoi ecologici, inseriti dalla stessa Provincia nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, approvato non più tardi di due anni fa! È paradossale che ora, pur in presenza di tali vincoli, l’area in questione venga ritenuta la più idonea ad ospitare una sequela di capannoni che cementificheranno almeno 250 mila metri quadri di aree verdi.

Non entro nel merito dell’andamento dell’economia locale (alla cui disamina lo studio ha dedicato 200 delle 300 pagine), anche se ritengo illusorio che si pensi di invertire la crisi del sistema produttivo lecchese facendo semplicemente costruire nuovi capannoni. La cosa certa è che a guadagnarci sarebbero i proprietari dei terreni (questa si chiama speculazione urbanistica) ed i costruttori, la vera lobby del lecchese!

Mi chiedo invece perché l’Amministrazione Provinciale non abbia fatto uno studio più approfondito sulle aree dimesse. Sempre più imprese del territorio stanno purtroppo chiudendo le loro attività, a causa della crisi che investe il settore produttivo. Si liberano così aree appetibili dal punto di vista urbanistico. Ne è un esempio la Segalini di Molteno, ubicata a poche centinaia di metri dal Mais.

Nel frattempo altre grandi aziende chiedono di essere delocalizzate, ufficialmente per migliorare le loro prestazioni produttive, legate agli spazi, al trasporto delle merci, ecc., ma in realtà per realizzare un doppio business. In queste settimane stiamo leggendo di almeno 3 aziende in odore di trasferimento:

Al posto del salumificio di Casatenovo verrebbero realizzati centinaia tra appartamenti, uffici e negozi. E così a Barzanò al posto della Beretta.

A Lecco il business legato all’eventuale trasloco della Icam sarebbe di gran lunga superiore.

Ebbene, nessuno ha fatto i conti in tasca a queste aziende, che in un solo colpo si vedrebbero disporre di nuove superfici verdi sulle quali costruire e delle vecchie aree dimesse sulle quali speculare?

Credo che l’Amministrazione Provinciale, se ci tiene realmente al bene della comunità, debba tener conto anche di questi aspetti, altrimenti l’intera operazione finirà per favorire i soliti che da decenni fanno i soldi col cemento; a perderci sarebbero, come sempre, l’ambiente e la salute dei poveri cittadini.

Roberto Fumagalli
Presidente del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”

Merone, 20 dicembre 2005