Un museo di archeologia industriale sul Lambro
I progetti presentati dal nostro Circolo sulla valorizzazione del Maglio

Risolto, dopo qualche problema (a causa della divergenza di idee con il Sindaco di Merone riguardo alla raccolta del denaro necessario) l'aspetto finanziario, può partire la fase operativa del progetto per realizzare un museo di archeologia industriale sul fiume Lambro, realizzato anche grazie alla collaborazione economica delle Fondazioni delle Province di Como e Lecco.
I progetti, che prevedono un "finanziamento" di 30+30 milioni, sono stati presentati dal nostro Circolo Legambiente in collaborazione con i Comuni di Merone e di Rogeno, con le Pro Loco dei due paesi e col Comitato San Francesco di Moiana, per salvaguardare e valorizzare il patrimonio di archeologia industriale ancora presente lungo il Lambro.
La frazione del Maglio, suddivisa nei territori dei due Comuni sopra citati, per secoli ha rappresentato una delle aree di maggiore concentrazione di attività produttive, dai mulini alle segherie, ai magli e torchi d'olio, alle filande.
Tutto questo grazie alla particolare forza che in questo tratto viene acquisita dalle acque del Lambro e a una rete di derivazioni naturali e canali artificiali che permettevano il movimento di numerose ruote che trasmettevano energia meccanica.
Il nostro Circolo Legambiente e le altre entità impegnate nell'iniziativa hanno scelto di procedere verso il loro obiettivo attraverso una politica di interventi basata, anzichÈ su progetti "faraonici", su quella dei "piccoli passi".
Questo anche per proporre a tutte le realtà presenti sul territorio, cittadini compresi, esempi concreti di recupero, salvaguardia e valorizzazione di beni culturali e ambientali fattibili anche attraverso investimenti sostenibili, limitando il ricorso agli organismi istituzionali deputati, in modo anche da snellire e accelerare la rivalorizzazione di un patrimonio per troppi anni rimasto negletto o oggetto di selvagge devastazioni causate da interventi dettati da sottocultura e bieca speculazione.
I due progetti iniziali (30+30 milioni) "finanziati" dalle Fondazioni, sono così strutturati:
ROGENO: interventi di ripristino della principale delle due chiuse laterali e della griglia che permettevano di regolare la portata d'acqua della Roggia Molinara. La scelta di puntare sulla realizzazione di quest'opera, oltre che in motivazioni di recupero e riproposizione di carattere storico-culturale e ambientale, trova le sue ragioni anche nella necessità di ristabilire sicurezza all'intera area: la chiusa originale, infatti, dopo l'abbandono delle attività produttive che traevano energia dalle acque del fiume, è stata murata con una gettata di cemento e da anni, ad ogni piena, gli straripamenti mettono a grave rischio l'intera area.
MERONE: interventi di recupero e valorizzazione degli impianti dell'antica centrale idroelettrica che dal 1919 sino a poco più di cinque anni fa, ha permesso di produrre l'energia per il funzionamento, prima della filanda del Maglio e poi delle varie aziende tessili che si sono sviluppate da quella originaria. Quest'impianto di inizio del secolo scorso, per nostra fortuna, ci è stato tramandato praticamente integro. Si tratta di un patrimonio di valore eccezionale che non può essere lasciato andare perduto. Il nostro progetto, oltre a tutte le operazioni necessarie al restauro, prevede anche interventi di natura edilizia per trasformare la sede di questi impianti in una vera e propria area museale accessibile al pubblico.
La nostra idea è infatti quella di creare un vero e proprio museo di archeologia industriale del Lambro, per permettere anche ai più giovani di conoscere aspetti di vita e lavoro ormai appartenenti al passato.