Creare un gruppo d'acquisto:
a chi interessa ?

Mucche pazze, polli alla diossina, alimenti dall' aspetto e dal gusto artificiale; oggi si prova un certo disagio nell' acquistare cibo, ci si sente alla mercÈ di prodotti di cui è difficile capire la provenienza e la qualità.
In realtà dobbiamo ammettere che al di là dei fatti specifici, da quando nei primi anni sessanta, si è verificata l'invasione della cosidetta agrochimica (diserbanti, concimi chimici, pesticidi) è divenuta inevitabile una caduta di qualità del cibo prodotto; si è verificata una vera trasformazione di prodotti naturali in qualcosa d'altro.
Oltre ai consueti elementi nutritivi viene introdotta, nel nostro corpo e nell' ambiente, una quantità inconcepibile di sostanze dannose.
Come ovviare a questo disagio, acquistando alimenti sicuri e "naturali" (senza spendere cifre a volte eccessive) e contribuendo contemporaneamente ad incentivare chi si impegna a produrre alimenti biologici e sicuri ?
Un modo efficace consiste nella creazione di gruppi collettivi di acquisto.
In sostanza succede che un numero consistente di famiglie o singole persone si associano per formare un gruppo che si rivolge come entità collettiva a soggetti che producono alimenti o altre merci. Acquistandole in quantità significative, si ottiene lo scopo di facilitare il rapporto con i produttori, in cambio di prezzi vantaggiosi.
Nel nostro caso l' obbiettivo è di acquistare prodotti rispondenti a criteri di qualità precisi, e cioè provenienti da sistemi di agricoltura ed allevamento biologico, possibilmente da produttori locali, in modo da poter vedere con i propri occhi come avviene la produzione, evitare nel limite del possibile che le merci viaggino in modo irrazionale ed infine approvvigionarsi con frequenza dei prodotti deperibili.
Un altro soggetto a cui ci si rivolge prioritariamente sono i negozi del commercio equo e solidale, sia perchÈ sono altrettanto attenti alla qualità dei prodotti (spesso di provenienza biologica), sia perchÈ fautori di un commercio rispettoso della dignità del lavoro di chi produce.
In sostanza si tratta di acquistare merci in modo consapevole, sfuggendo al ricatto dei grossi gruppi commerciali che impongono logiche in cui non c'è rispetto reale della qualità dei prodotti (e dunque dei consumatori) ma solo attenzione al profitto massimo, anche a discapito delle libertà di scelta e della dignità dei produttori.
Siamo infatti convinti che i danni arrecati da un'agricoltura produttivistica ( attenta solo alla quantità ed allo sfruttamento intensivo delle risorse ) causi danni ingenti all'equilibrio ecologico e si possa combattere tramite un'alleanza fra i consumatori ed i produttori.
Eí così possibile opporsi al predominio delle multinazionali dell'agrochimica ( le stesse che stanno cercando di imporci gli alimenti che contengono organismi geneticamente modificati ), perchÈ è sempre più vero che i cittadini votano anche quando fanno la spesa.
Fatta questa premessa sintetica (ovviamente da approfondire sotto vari aspetti), chiediamo a chi è interessato a partecipare alla costruzione di questo progetto di farcelo sapere, considerando che è una idea tutta da concretizzare facendo tesoro di esperienze già esistenti.
Stiamo lanciando una proposta concreta, qualcosa che lega il globale al locale, che può contribuire a costruire, secondo noi, una forma di rapporto di scambio e di socialità alternativa e costruttiva rispetto ad un modello sociale ed economico che non ci piace.
Aspettiamo con fiducia le vostre risposte.

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