CIRCOLO AMBIENTE ''Ilaria Alpi''

 

Paladini dell’ambiente, spesso “nemici” di amministrazioni ed enti locali perché impegnati in prima linea nel denunciare lo scempio del territorio. Ecco chi sono i volontari del CIRCOLO AMBIENTE intitolato alla memoria della giornalista Ilaria Alpi, che nasce dall’esperienza del Circolo Legambiente di Merone, fondato nel 1990, e si occupa della tutela del territorio compreso tra le province di Como, Lecco e nord Milano.

 

Tante sono le iniziative, le vertenze e le attività proposte e organizzate dal Circolo Ambiente. Prima fra tutte la campagna contro la privatizzazione dell’acqua, cavallo di battaglia dell’associazione dedicata a Ilaria Alpi.

Le denunce ambientali riguardano l’inquinamento, la cementificazione del fiume Lambro e dei suoi affluenti, l’incenerimento di rifiuti nei forni della cementeria di Merone. Il sodalizio porta avanti, tra le altre, le vertenze riguardanti il Piano Rifiuti provinciale, il dissesto idrogeologico del territorio, il Piano Cave.

Il Circolo organizza poi corsi di educazione ambientale e convegni su vari temi, dall’informazione alla raccolta differenziata e da due anni propone un campo di volontariato internazionale che, dal 31 luglio al 14 agosto 2004, si è svolto alle risorgive della Piana d’Erba, con quattordici giovani partecipanti provenienti da tutta Europa.

Dove va l’ecologia?

«Secondo noi – spiega Roberto Fumagalli, presidente dell’associazione di Merone – la strada da seguire è legata al “movimento dei movimenti” che critica la globalizzazione dell’economia tradizionale. Lo stesso percorso radicale del movimento dovrebbe interessare l’ambientalismo». In questo senso è da interpretare l’uscita del gruppo da Legambiente, decisa come forma di coerenza nel percorso svolto e da intraprendere. «L’ambientalismo di facciata, che predilige il compromesso con l’industria e la politica tradizionale non ci piace – chiarisce Roberto –. Il futuro delle nostre azioni è collegato alla critica radicale alla globalizzazione e in particolare ci proponiamo di diffondere la cultura della riduzione dei consumi. Molti dei problemi con cui abbiamo a che fare nascono proprio da qui. È dagli stili di vita che si può partire per risolverne alcuni».

A che punto è il Circolo Ambiente rispetto agli obiettivi prefissati?

«Di sicuro siamo una delle poche realtà di questo tipo sul territorio – dichiara Roberto –. Speriamo di aver già lasciato dei segnali forti e riteniamo di aver fatto parecchio. Non a caso industrie ed istituzioni legate ai poteri forti ci temono: questo è un segnale positivo, l’interfaccia del nostro lavoro è proprio rappresentata da chi tutela gli interessi delle lobby». Ma c’è ancora molto da fare… «Sempre sulla scorta dell’ambientalismo radicale – continua Roberto – vorremmo costituire una rete su tutto il territorio nazionale per la formazione di nuove associazioni di questo tipo. Ci piacerebbe, insomma, fare scuola sull’ambientalismo coerente che sosteniamo».

La rottura con i canali più conosciuti e a volte incapaci di non scendere a compromessi è inevitabilmente un tema molto sentito all’interno dell’associazione di Merone. «Alludiamo ad un rifugio per tutte le associazioni deluse dai canali istituzionali a livello nazionale, che non hanno un riferimento – aggiunge Moreno Casotto, vice presidente del Circolo –. Abbiamo un minimo di storia necessario per poterlo divenire: questo è il nostro sogno nel cassetto».

Le parole chiave da cui partire, secondo il presidente del gruppo sono: «Entusiasmo nelle cose che fai, socialità e coerenza».

«Abbiamo fiducia nel nostro lavoro, nelle persone, nelle idee – conclude Moreno – e un appello da lanciare ai giovani perché si facciano sentire, perché siano più presenti. Abbiamo grandi speranze nell’educazione a scuola, un ambito in cui ci siamo molto impegnati. L’idea è quella di continuare i corsi di educazione ambientale per assicurare un certo ricambio generazionale». L’unico, grande timore possibile, per Roberto, riguarda «il pensiero unico dominante che speriamo non inglobi chi va contro corrente. Perché non siamo estremisti, ma solo coerenti».

 

Ottobre 2004

[Barbara Battaglia - ecoinformazioni]