MILENA GABANELLI IN STUDIO ......... cominciamo
con l’acqua. Che non viene solo dal cielo, e quindi ha un costo, e quando
la usi la paghi, però è un bene pubblico. Potrebbe mai diventare proprietà
di un privato? Italia e Stati Uniti a confronto, di Giovanna Boursier.
AUTRICE Voi bevete acqua in bottiglia o acqua
del rubinetto?
DONNA Noi beviamo l’acqua del
rubinetto. Filtrata. Perché giù nello scantinato abbiamo un filtro che
toglie le impurità delle tubature o altro. E poi abbiamo anche questa
brocca che ha un filtro. Ė comoda, si mette in frigo ed è molto comune
qui. Io bevevo l’acqua del rubinetto anche quando ero incinta, e questo è
il risultato!
DONNA 2 Molta gente usa un
sistema di filtraggio. Ecco questo è il filtro e sostanzialmente l’acqua
del rubinetto ci passa dentro, viene filtrata e poi esce di qui. Così se
devo bollire l’acqua per la pasta uso quella normale del rubinetto e lo
metto così e invece se voglio acqua da bere lo giro così. Poi ho anche
questo filtro che si può tenere nel frigorifero, questa brocca, che qui
chiamiamo con il nome dell’azienda produttrice più nota, la Brita, che ha
questo che filtra l’acqua. Quindi si può usare indifferentemente l’uno
o l’altro.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO Nelle
case italiane che acqua si
beve?
RAGAZZA Esclusivamente in bottiglia,
gasata e non gasata, di tutte le marche perché di quella del rubinetto non
ci fidiamo
AUTRICE E perché non ci mettete un
filtro?
RAGAZZA Esistono?
AUTRICE Esistono filtri che si possono
attaccare al lavandino o brocche che si mettono in
frigo.
RAGAZZA Speriamo che li mettano subito
in vendita visti i costi dell’acqua minerale,
sinceramente.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO Le
brocche sono già in commercio ma si fa fatica a
trovarle.
COMMESSA Ecco, la brocca è questa.
Queste le vendiamo al prezzo di 25 euro e 25 centesimi e il costo del
filtro 19 euro e 65 e ne contiene
tre.
AUTRICE Ma perché le vendete solo voi? In
fondo sono un modo per risparmiare
anche?
COMMESSA Perché da noi viene una
clientela che vuole determinate cose.
VOCE DELL’AUTRICE
FUORI CAMPO In America le comprano tutti e costano 12 dollari.
Si trovano anche nei supermercati e le chiamano con il nome della marca
più nota: Brita. Questo è il filtro, che si riempie con il carbone attivo,
e una volta al mese bisogna cambiarlo. Gli Americani di solito bevono
l’acqua del rubinetto e te la servono anche nei ristoranti.
CAMERIERA Si è
gratis
AUTRICE Perché?
CAMERIERA
Perché la gente di New York preferisce l’acqua del rubinetto a quella
in bottiglia perché è noto che normalmente è molto
pulita.
AUTRICE Ma non preferite vendere quella
minerale? Non ci guadagnate di più?
CAMERIERA
Ci si guadagna di più, ma la gente preferisce questa
qua.
CAMERIERE Noi l’acqua la portiamo con il
menù. Ė nel servizio, è normale
AUTRICE Nei
nostri ristoranti è normale un’altra cosa.
TECNICO
L’apparecchio è collegato all’acqua del rubinetto. Il filtro
normalmente viene messo da una parte. Ecco in questo caso è stato
messo…
AUTRICE Ah, ecco, è
questo.
TECNICO Non fa altro che togliere il
cloro in eccesso, dopodiché viene raffreddata l’acqua, addizionata di
anidride carbonica e il gioco è
fatto
AUTRICE Ma questa la fate
pagare
RISTORATORE
Sì
AUTRICE E quanto costa
questa?
RISTORATORE Mi sembra due euro ogni
bottiglia.
AUTRICE E una bottiglia l’acqua
normale…
RISTORATORE È uguale, abbiamo lo
stesso prezzo sia di questa che di quelle minerali.
VOCE
DELL’AUTRICE FUORI CAMPO Quello che a New York è gratis a Roma
si paga 2 euro. Per noi se paghi è più buono. E infatti siamo i primi
consumatori al mondo di acqua minerale e spendiamo ogni anno 3 miliardi di
euro
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO L’acqua di
Roma viene da qui , ma l’acquedotto non possiamo vederlo,
giusto?
PATRIZIA VASTA - Acea Roma
(ride)
VOCE DELL’AUTRICE FUORI
CAMPO Nemmeno a New York possiamo vedere l’acquedotto. Dopo
l’11 settembre più niente! Ma basta andare fuori, a Washington, e ci
mostrano con orgoglio il loro acquedotto.
THOMAS
JACOBUS – Acquedotto Washington Non c’è niente di segreto
anche se è ovvio che non facciamo vedere i particolari, non facciamo
vedere proprio tutto. Ma, in generale, vogliamo che la gente sappia che
acqua beve.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI
CAMPO Questo acquedotto serve circa 1 milione di persone e
preleva dal fiume Potomac, Ma l’acqua com’è? Chi fa i
controlli?
CYNTHIA DOUGHERTY – Environmental
Protection Agency Possiamo andare a controllare in ogni momento ogni
acquedotto in tutto il paese.
AUTRICE Ė pulita
la vostra acqua?
CYNTHIA DOUGHERTY – Environmental
Protection Agency Ogni 6 anni rivediamo tutti i parametri e stabiliamo
quelli da modificare. Per esempio di recente l’abbiamo fatto con
l’arsenico, che è presente nell’acqua ma è pericoloso per la salute.
Abbiamo abbassato i limiti a 0,01 milligrammi litro. Sopra non si può
andare
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO L’arsenico
nell’acqua esiste anche da noi. Cosa si fa per evitare che uno se lo
beva?
PATRIZIA VASTA - Acea Roma Si abbandona
la sorgente e se ne utilizza un’altra. A meno che, in altre realtà è
successo, che si è andati in deroga ai limiti della legge 31 del
2001.
AUTRICE E quindi la gente si è bevuta
l’arsenico?
PATRIZIA VASTA - Acea Roma No, no,
tenga presente che i limiti sono molto ma molto restrittivi, si parla di
limiti ancora più restrittivi di quelli delle acque minerali per queste
sostanze.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO A dire
il vero i limiti sono uguali: 0,01 mg/litro, sia per le acque del
rubinetto che per quelle minerali. Così sta scritto sulle tabelle del
Ministero della sanità.
PATRIZIA VASTA - Acea Roma
Per quel che riguarda invece i parametri relativi alla presenza di
sostanze tossiche o dannose per l’acqua sono analisi effettuati in
laboratorio i cui risultati sono disponibili ma non in
linea.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO Non in
linea significa che le analisi non si possono vedere. A Washington ci
hanno mostrato tutte le analisi possibili. Ma anche a
Napoli.
FRANCESCA SANTAGATA – Responsabile qualità
acquedotto Napoli Tutti i giorni ci sono 5 persone che vengono inviate
in vari punti della città o fuori della città e vanno a prendere i
campioni. Questo è il campione chimico e questo è il campione
microbiologico del punto che viene definito settimanalmente. Loro
riportano l’ora e poi viene firmato dal prelevatore che effettua il
prelievo sia quello chimico che quello microbiologico. E così sugli altri
punti. Per esempio questo è il risultato di ieri: qua è 0.12 e il massimo
è 1.5, quì è 9 e il massimo 250, qua 4 e il massimo è
5…vabbè!
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO Secondo
le analisi l’acqua di Napoli è buona, forse per questo la vogliono
privatizzare.
AUTRICE Lo sa che privatizzano
l’acqua di Napoli?
UOMO 1 No, non lo sapevo, è
un male…aumenteranno, sarà un
casino.
AUTRICE Lei è contento?
UOMO 2 No…perché? Andremo sempre
peggio
UOMO 3 È un bene comune, penso sia
così. Poi non so. Qua non comandiamo noi, comanda lo
Stato.
PADRE ALEX ZANOTELLI - Comboniano
Privatizzare l’acqua vuol dire che lentamente le multinazionali stanno
mettendo le mani sulle acque e poi ce le imbottiglieranno tutte e ce le
venderanno. Cioè se oggi abbiamo 40/60 milioni di morti per fame all’anno,
dovremmo fra poco, se privatizzeranno le acque, avremo 100/200 milioni di
persone che muoiono di sete. Qui io mi ribello, come uomo e come
cristiano: l’acqua, come l’aria, è un bene sacrosanto, è un
diritto.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO Ad
occuparsi delle risorse idriche ci sono degli organismi che si chiamano
ATO. Nel novembre scorso l’Ato della Campania, ha votato una delibera per
affidare il 40% dell’acqua ai privati, perché secondo il vicepresidente
dell’ATO tutto pubblico, che si dice “in house”, non sarebbe più possibile
per legge.
LUCA STAMATI – Vicepresidente Ato
Io non so come dirlo, la legge non consente la gestione in house. Io
personalmente, non come consigliere di amministrazione, ho chiamato Roma,
Milano, persino Bruxelles, per trovare un cavillo, qualcosa che mi
consentisse di farlo. Ma non è consentito dalla
legge.
SERGIO CHIAMPARINO – Sindaco Torino No.
Se non sbaglio, ma non sbaglio, la legge prevede tutte le modalità di
gestione del bene acqua, e cioè quella interamente pubblica, quella mista
pubblica privata e quella di affidamento attraverso gara a un soggetto
privato.
LUCA STAMATI – Vicepresidente Ato
Bisognava aspettare il pronunciamento della Corte europea perché siamo
in attesa di questo pronunciamento. Nel frattempo io, cioè l’Ato, avrebbe
perso 150 milioni di euro se entro il 31 dicembre non partivano le
procedure.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI
CAMPO Bruxelles ha dato una scadenza: se volete i soldi le
gare d’appalto devono partire entro il 31 dicembre.
PADRE
ALEX ZANOTELLI - Comboniano Enormi interessi e affari. E qui
mi spiego: cosa fanno queste multinazionali? Mettono soldi a disposizione
della Comunità europea che li mette a disposizione dei comuni che hanno
problemi – un comune come Napoli, cavoli, i miliardi gli vengono molto
comodi. Ed ecco allora la pressione: vuoi questi soldi? Devi cedere. Ed
ecco come entrano e come avviene il grande business dell’acqua.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO Ci sono
pressioni di organismi internazionali che spingono verso la
privatizzazione dei beni e dei servizi. L’acqua è uno di questi. Ma
privatizzarla significa darla in mano ad aziende che hanno il solo
interesse di venderla e non certo quello di promuoverne il risparmio e la
tutela. Eppure anche in una circolare del nostro Ministero dell’ambiente
c’è scritto che la gestione pubblica (in house) è ormai considerata
eccezionale e residuale.
LUCA STAMATI –
Vicepresidente Ato Non esiste alcun affidamento in house in Italia!
Non lo ha fatto nessuno.
SERGIO CHIAMPARINO –
Sindaco Torino Nel nostro caso abbiamo una società interamente
pubblica.
ROSA RUSSO IERVOLINO – Sindaco Napoli
Ora mi sembra che qui ci sia abbastanza una tempesta in un bicchiere
d’acqua. Stavolta il bicchier d’acqua ci sta bene. Secondo il comune di
Napoli l’acqua deve rimanere il più possibile in mano pubblica il che è
sancito da un documento votato dall’organo sovrano del comune di Napoli
che è il consiglio comunale.
AUTRICE Il comune
di Napoli però la delibera Ato l’ha votata?
ROSA RUSSO
IERVOLINO – Sindaco Napoli I rappresentanti del comune di
Napoli, non il Comune di Napoli! E il consiglio comunale di Napoli li ha
smentiti.
AUTRICE Cioè non vi eravate parlati
prima?
ROSA RUSSO IERVOLINO – Sindaco Napoli
No, non è che non ci eravamo parlati. Sono andati per i fatti
loro.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO Il Comune
si è accorto solo dopo il voto di non essere d’accordo con i suoi
rappresentanti. Ma intanto è già partita la gara d’appalto per la gestione
dei privati e chiunque può
partecipare.
AUTRICE E se partecipa Caltagirone
e si compra l’acqua di Napoli?
ROSA RUSSO
IERVOLINO – Sindaco Napoli Ma se partecipa Caltagirone al
massimo può vincere il 40 per cento della messa a gara non può vincere
quello che non è messo a gara. Quindi chiedo scusa ma il si compra l’acqua
di Napoli è una cosa che non può accadere.
VOCE
DELL’AUTRICE FUORI CAMPO Ma il 40 per cento non è una bella
fetta? Nel paese delle privatizzazioni l’acqua è pubblica.
THOMAS JACOBUS – direttore Acquedotto Washington
Questo acquedotto è pubblico ed è l’unico federale negli Stati
Uniti.
MAY FIIL FLYNN- Public Citizen Washington
In America l’acqua è tradizionalmente pubblica ed è sempre stata
amministrata dallo Stato e pagata con le nostre tasse
VOCE
DELL’AUTRICE FUORI CAMPO C’è però uno stato che ha già fatto
quel che si teme a Napoli, il New Jersey.
MICHAEL
GALLAGHER – Public Utilities State New Jersey Circa il 40 per
cento è pubblica, il resto è privato.
AUTRICE Quindi voi avete una maggioranza
privata?
MICHAEL GALLAGHER – Public Utilities
State New Jersey Si, circa il 60 per
cento.
AUTRICE Perché?
MICHAEL
GALLAGHER – Public Utilities State New Jersey Perché? È una
bella domanda!
MAY FIIL FLYNN - Public Citizen
Washington La privatizzazione non ha avuto grande successo in questo
paese. Abbiamo anche avuto brutte esperienze con queste compagnie private
arrivate con le loro grandi promesse che poi non sono state in grado di
mantenere.
AUTRICE Per
esempio?
MAY FIIL FLYNN - Public Citizen
Washington Avevano promesso di abbassare i prezzi e invece i prezzi
salivano.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO Ma
quanto costa l’acqua in America, per esempio qui a
Washington?
THOMAS JACOBUS – direttore Acquedotto
Washington Noi facciamo un gioco e diciamo che l’acqua costa meno del
abbonamento alla tv. Personalmente io e mia moglie con una casa di 3
camere paghiamo 90 dollari per 3 mesi.
MICHAEL
GALLAGHER –Public Utilities State New Jersey La media è di 30
dollari al mese per 7 mila galloni di consumo. Ma i consumi sono molto
alti.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO Consumando
1 mille litri al giorno più o meno pagano 30 dollari al mese. E in
Italia quanti litri consuma una famiglia media?
FRANCESCA
SANTAGATA – responsabile qualità acquedotto di Napoli Intorno
ai 5 -600 litri giorno per 4 persone.
AUTRICE E
quanto paghiamo le nostre bollette?
FRANCESCA
SANTAGATA – responsabile qualità acquedotto di Napoli Questa
famiglia pagherà poco più di 200 euro
all’anno.
AUTRICE Facciamo il calcolo del 2004
quanto ha pagato?
DONNA Più di 300 euro.
AUTRICE Quindi non è vero che l’acqua a Napoli
costa 200 euro l’anno? Costa un po’ di
più.
DONNA Un po’ di più.
PAOLO
LANDI – Segretario Adiconsum Le tariffe variano da comune a
comune e da acquedotto a acquedotto. Siamo di fronte a una giungla delle
tariffe: si va dai 10 centesimi a 1 euro al metro cubo, 1 euro e mezzo al
metro cubo. Quindi la differenza è abbastanza
considerevole.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI
CAMPO Alla fine paghiamo in media circa 30 euro al mese, più o
meno quanto pagano gli americani. Ma loro consumano il doppio.
DONNA Perché d’estate consumiamo per il
giardino che è una tipica abitudine americana.
ERIK OLSON -
NRDC Però qui si vede che più consumi e più paghi. Se usi
molta poca acqua paghi veramente pochi dollari, ma man mano che aumenti i
consumi paghi di più, persino il doppio.
VOCE DELL’AUTRICE
FUORI CAMPO Anche in Italia più consumi più paghi perché
l’acqua è preziosa.
PATRIZIA VASTA - Acea Roma
Man mano che aumentano i consumi le tariffe aumentano per
disincentivare gli sprechi. Nello stesso tempo però vengono riconosciute
delle tariffe agevolate per i consumi
essenziali.
AUTRICE Per
esempio?
PATRIZIA VASTA - Acea Roma Per
esempio quello di cucinare, di lavare, di bere. Sono quantificati in 250
litri/giorno per appartamento.
PAOLO LANDI –
Segretario Adiconsum Però qui va aggiunta una cosa importante: che
abbinato al costo dell’acqua, al metro cubo dell’acqua, c’è anche il costo
della depurazione il che naturalmente fa raddoppiare il costo della
bolletta. E la depurazione viene considerata non una tariffa ma una tassa
per cui essendo una tassa quindi viene pagata anche se il depuratore non
c’è.
AUTRICE Anche voi pagate i servizi come
tasse?
ERIK OLSON - NRDC Paghiamo 7 dollari e
50 per pulire la nostra baia che è inquinata.
VOCE
DELL’AUTRICE FUORI CAMPO Alla fine negli Stati Uniti l’acqua
costa meno che in Italia, non si privatizza e molti se la bevono. Tanto
che le industrie la imbottigliano pure. Andiamo in un supermercato e
guardate questa: si chiama Dasani e si trova dappertutto. C’è scritto
purified, purificata, e vuol dire che è semplice acqua del rubinetto,
addolcita con qualche lavorazione chimica, poi imbottigliata e venduta. In
questo caso dalla Coca Cola che però non è l’unico produttore che lo fa.
Costa circa un dollaro e mezzo e la gente se la compra.
MAY
FIIL FLYNN - Public Citizen Washington Non so spiegarti il
processo chimico ma è solo una questione di marketing. Perché le aziende
sono solo interessate a venderti qualcosa che tu immagini ti faccia bene e
non certo a dire che potresti berla semplicemente aprendo il rubinetto di
casa tua.
AUTRICE Si fa anche in Italia questa
cosa qui?
PATRIZIA VASTA - Acea Roma È un
altro mestiere che non è fare i gestori del servizio idrico integrato ma è
fare i venditori di minerali. Sicuramente le caratteristiche
organolettiche dell’acqua distribuita a Roma potrebbero essere
imbottigliate.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO In
Italia la legge consente di imbottigliare acqua del rubinetto, e la
Parmalat ci aveva anche provato, ma poi ci sono state le proteste dei
consumatori e la storia si è chiusa lì. Ma in America la gente quando
se la compra sa cosa sta pagando?
UOMO Che cosa
è l’acqua purificata? Beh, suppongo acqua di sorgente con qualche processo
di purificazione.
AUTRICE Invece è acqua del
rubinetto imbottigliata.
UOMO Non ne avevo
idea.
AUTRICE E lo sa che in Inghilterra e in
Francia è stata vietata?
UOMO Ah sì? La
Dasani?
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO La
Dasani, perché gli inglesi non erano per niente contenti di pagare l’acqua
del rubinetto e così l’hanno analizzata e hanno anche scoperto che
conteneva bromato, una sostanza cancerogena. Così la Coca Cola ha dovuto
ritirarla da tutti i punti vendita e bloccare le campagne di lancio in
India, in Francia e in altri paesi europei. Negli Stati Uniti continuano a
venderla? Ma è la stessa? Con il bromato?
ERIK OLSON -
NRDC Beh penso che possa esserci il bromato, così come in
altre acque in commercio. Il problema è che qui abbiamo ben poche regole
per le acque in bottiglia. Per esempio non sei obbligato a rivelare i
contaminanti. E la gente non ha la minima idea della provenienza
dell’acqua. Mi ricordo una marca che aveva le montagne disegnate
sull’etichetta ma in verità la fonte era vicino a un parcheggio e una
discarica.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO In
Italia invece bisogna scrivere molto ma non proprio
tutto.
ETTORE FORTUNA – presidente Mineracqua
Sull’etichetta bisogna riportare per legge le caratteristiche salienti
di quell’acqua, cioè i minerali prevalentemente presenti per qualificare
quell’acqua, un’acqua calcica o
magnesiaca…
AUTRICE E per esempio l’arsenico,
dovete scrivere i valori dell’arsenico?
ETTORE
FORTUNA – presidente Mineracqua No, perché la legge è così
strutturata: se lei è nei limiti non deve riportarlo perché che
informazione dà al consumatore, non dà nessuna utilità. Se lei invece non
è nei limiti stia pur tranquilla che lei quell’acqua non la puoi
imbottigliare.
AUTRICE Però ci potrebbe essere
un’acqua che non contiene arsenico e un’acqua che lo contiene entro i
limiti. Perché io non posso saperlo e scegliermi l’acqua che proprio non
ce l’ha?
ETTORE FORTUNA – presidente Mineracqua
Ma questo da un punto di vista sanitario o igienico è pressoché
indifferente.
MILENA GABANELLI IN STUDIO Forse
si, ma forse no. Intanto i limiti dell’arsenico sono appena stati ridotti
a 0,01 milligrammi per litro, ma fino a gennaio di quest’anno le acque
minerali che ne avevano di più ce le siamo bevute, e un certo numero di
sottomarche sono state bocciate dal Ministero della salute perché le
analisi non sono in regola. Però siamo più rigorosi degli americani.
Rimane il fatto che vendere acqua minerale è un grande business, perché la
materia prima, che è dello Stato, costa molto poco. Talmente poco che
ci si vergogna a dirlo.
AUTRICE Quanto si paga
per usare una fonte?
STEPHEN KAY – vicepresidente
IBWA Dipende dalle compagnie, è un’informazione privata. Dipende se
l’affittano o la comprano, è un affare privato delle aziende. Quindi non
esiste un modello fisso per dirle quanto costa. Per rispondere alla sua
domanda. Non posso dirglielo.
AUTRICE Ma ha
detto che possono addirittura comprarsela giusto?
STEVEN
KAY – Vicepresidente IBWA Si è misto: possono comprarla o
affittarla, dipende dalla fonte. Non c’è nulla di
determinato.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO Loro
le sorgenti possono comprarsele, ma di cifre nessuno parla. La nostra
legge, invece prevede un canone. Nel 2004 in Lombardia da questi
canoni la regione ha incassato in totale 143 mila euro, il Piemonte ancora
meno.
AUTRICE Quanto paga un’azienda per una
fonte?
SALVATORE DE GIORGIO – Regione Piemonte
Come azienda minima per l’estensione territoriale in ettari attorno a
2 mila 582 euro l’anno.
ETTORE FORTUNA -
Presidente Mineracqua Dipende adesso dalle Regioni. Ci sono regioni
dove qualche marca paga anche qualche miliardo l’anno di vecchie lire.
AUTRICE Per esempio?
ETTORE
FORTUNA - Presidente Mineracqua Può pagare anche un miliardo
e mezzo cioè da 500 a 750, 800 mila
euro.
AUTRICE Per esempio? Me ne dica una?
ETTORE FORTUNA - Presidente Mineracqua Per
esempio la Levissima che è in Lombardia paga un canone
significativo.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO Lo
chiediamo alla Levissima che ci rimanda a Mineracqua. Allora proviamo con
la Regione.
Funzionario Regione Lombardia al
telefono Io sui miliardi adesso dipende da cosa si intende
per miliardi perché qui noi abbiamo un incamerato che è di circa 3
miliardi e mezzo all’anno e quindi che paghi tanti miliardi Levissima mi
sembra appunto un po’ strano.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI
CAMPO Questi 3 miliardi sono la somma complessiva pagata alla
regione Lombardia da una trentina di aziende, per il canone di superficie
e di l’imbottigliamento. Quindi è difficile che la Lievissima, da sola,
paghi miliardi. Invece sicuramente li incassa vendendo la sua acqua
minerale.
ETTORE FORTUNA - Presidente Mineracqua
Il problema è che le leggi non le facciamo noi, le fa la Regione. E se
la sua regione fa una legge che le è favorevole lei, lei non va a
sollecitare la regione perché gliela cambi, giusto? Cosa fa però: essendo
una cittadina corretta, come noi siamo imprenditori corretti, dice che è
disponibile ad accettare tutte le nuove leggi, fatele però, anche per
uscire da queste polemiche.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI
CAMPO L’Umbria è forse la regione d’Italia più famosa per le
acque minerali e sono famose le sorgenti di Nocera Umbra. Tanto che la
Rocchetta vuole fare altri prelievi.
UOMO 1 Noi
venivamo qui da bambini a giocare e berla con le mani. L’acqua non è solo
nostra, è di tutti e la nostra paura è che scompaia questo
fiume
UOMO 2 Se si asciuga il mulino non gira
più, il mulino dell’olio e quello del grano.
UOMO
3 Noi difendiamo un bene demaniale pubblico contro prelievi
scriteriati.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI
CAMPO Perché da questa sorgente si prelevano e imbottigliano
già 28 litri al secondo che è il massimo consentito da un protocollo
firmato una decina di anni fa
UOMO 1 Se loro
rispettano il protocollo d’intesa che più di 28 litri al secondo non
prelevano da questa zona va tutto bene.
UOMO
4 50 anni fa nessuno aveva l’acqua in casa. Oggi si consuma
molto di più. Tra vent’anni se andiamo di questo passo la Regione stessa
ci rimette. Il contrario deve fare la regione non lei che insiste dare
l’acqua, dare l’acqua.
MILENA GABANELLI IN
STUDIO C’è una domanda che fa fatica a trovare risposta, le
fonti sono un bene demaniale da sfruttare, tutelare e conservare, se le
regioni le affittano alle aziende perché non se le fanno pagare bene? La
risposta potrebbe essere che poi le bottiglie verrebbero vendute più care.
Ma è indispensabile bere l’acqua minerale se quella del rubinetto è
potabile? ............
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