Di seguito leggete il commento a firma di Enrico Vigano, pubblicato sul periodico cattolico “La Piazza” del 27 marzo 2005, a seguito del ritrovamento di alcune batterie e alla segnalazione della presenza di amianto, presso l’Oasi di Baggero, di proprietà della Holcim (Cementeria di Merone).

 

 

"... il coraggio di dire no ai soldi della Holcim …”

 

tratto da “La Piazza” del 27 marzo 2005

 

Le batterie incendiatesi e il vecchio frantoio all’amianto dell’Oasi di Baggero inducono ad una seria riflessione. La Cementeria, dopo aver sforacchiato e deturpato il territorio di Merone, Monguzzo, Costamasnaga. Pusiano, Suello, Cesana Brianza in nome della produzione più sfrenata, sta vendendo i terreni che non sono più di alcuna utilità estrattiva e sta concedendo agli enti pubblici (cioè agli stessi cittadini) la gestione dei guasti ambientali da lei provocati. Ci chiediamo: quanto è valso a suo tempo accettare certe “monetizzazionidi opere pubbliche o socio-assistenziali in cambio di permessi a continuare nell’escavazione più sfrenata? Ora che il territorio è ridotto a una gruviera e non c’è più nulla da estrarre, il business si sta indirizzando verso altri lidi, verso l’oro nero rappresentato dai rifiuti da bruciare nei forni del cementificio. E già fanno capolino i paladini – ancora una volta - della “monetizzazione” più spudorata: perché non costringere l’Azienda a realizzare quelle opere che ancora mancano in paese? Oppure ancora, perché non seguire l’esempio di Brescia, il cui inceneritore produce elettricità e acqua calda per il teleriscaldamento della città? Un baratto che porterebbe – anche in considerazione del fatto che le miniere si stanno esaurendo - alla trasformazione lenta, ma inesorabile, del cementificio in “termovalorizzatore”. Forse le nostre comunità dovrebbero imparare dai parrocchiani (dal loro parroco e dal loro vescovo) di Vedelago (in provincia di  Treviso), che recentemente hanno saputo dire di no ai padroni delle cave, disponibili a finanziare opere parrocchiali in cambio di un aumento dell’estrazione. Crediamo sia giunto il momento di avere il coraggio di dire no ai soldi di una multinazionale per rimanere liberi di denunciare in ogni momento i guasti all’ambiente e alla salute. I recenti fatti ci insegnano che certi compromessi palesi o taciti con il colosso cementiero si sono inesorabilmente trasformati in un boomerang, a danno di tutto territorio e della cittadinanza.

 

Enrico Viganò