Risultato strepitoso della raccolta firme per il Referendum contro la privatizzazione dell’acqua

Una pioggia di firme per il Referendum contro la privatizzazione dell’acqua!

 

Sono state consegnate lunedì 19 luglio in Corte di Cassazione a Roma, 1 milione e 400 mila firme raccolte, a livello nazionale, a sostegno del Referendum contro la privatizzazione dell’acqua.  Un successo eccezionale, grazie al lavoro di centinaia di comitati e associazioni che dal 24 aprile al 18 luglio hanno organizzato in tutta Italia i banchetti per la raccolta firme. La Lombardia, con oltre 230 mila firme raccolte, occupa il primo posto nella graduatoria nazionale: è la conferma che anche in Lombardia i cittadini non vogliono che la gestione di un servizio vitale, qual è l’acqua, finisca nelle mani dei privati e della speculazione finanziaria.

Ricordiamo che il primo dei tre quesiti Referendari chiede l’abrogazione dell’art. 23 bis del cosiddetto Decreto Ronchi, con cui l’acqua è stata definita un “servizio pubblico di rilevanza economica”, cioè una merce. Lo stesso Decreto impone a tutti i comuni di mettere sul mercato - entro il 31 dicembre del 2011 - la gestione dei servizi idrici, attraverso lo strumento della gara o della cessione di almeno il 40% del pacchetto azionario delle aziende pubbliche. In tal modo l’acqua di tutta la penisola rischia di finire nelle mani delle 2 o 3 multinazionali (le più importanti sono le francesi Suez e Veolia),  le stesse che già hanno messo le mani sugli acquedotti di mezzo Mondo.

Il risultato delle firme deve ora essere portato all’attenzione del Governo. La richiesta è di una “moratoria” per non permettere la cessione ai privati della gestione dell’acqua a livello di singoli A.T.O.. Agli Enti locali si chiede di far sentire la loro voce contro gli obblighi di privatizzazione. L’azione dei sindaci deve servire anche per rivendicare l’autonomia dei Comuni. Infatti un’altra legge, votata dal Parlamento a febbraio 2010, prevede la soppressione degli A.T.O. (Ambiti Territoriali Ottimali) dall’aprile del prossimo anno, sottraendo di fatto ai Comuni le competenze in materia di servizio idrico per consegnarle alle Regioni (e da queste alle province), allontanando dalla partecipazione democratica le decisioni su un bene essenziale per la vita di tutti i cittadini.

Ma sarà il Referendum a dare una svolta nella direzione della gestione pubblica dell’acqua, fermando la mercificazione. Per questo è importante che gli Italiani, dopo che 1 milione e 400 mila hanno messo la firma sui 3 quesiti referendari, a primavera 2011 vadano a votare.

 

Roberto Fumagalli, referente per la Lombardia per il Referendum acqua

 

20 luglio 2010