La Camera ha votato la fiducia sul decreto che impone la messa sul mercato della gestione dell’acqua

Il Parlamento privatizza l’acqua: mobilitiamoci in tutta la Lombardia!

“I cittadini e i Comuni devono ribellarsi all’obbligo di mettere a gara i servizi idrici

 

Da oggi in tutta Italia l’acqua sarà una merce per pochi e non più un bene comune per tutti.

È purtroppo questo lo scenario che emerge dopo il voto di fiducia alla Camera, che ha dato il via libera alla privatizzazione dei servizi idrici in tutto il Paese.

Questo significa che tutti i Comuni d’Italia (riuniti negli Ambiti Territoriali Ottimali – ATO) saranno obbligati a mettere a gara la gestione dell’acqua o affidarla a società miste pubblico-private in cui la componente privata sia almeno del 40%. Una vera e propria svendita di un bene comune che rischia di finire in gestione ai grandi gruppi privati multinazionali, gli stessi che hanno già messo le mani sugli acquedotti di mezzo Mondo!

Questo nonostante la campagna “Salva l'Acqua” promossa dal Forum italiano dei movimenti per l'Acqua (www.acquabenecomune.org) e dal Contratto Mondiale sull’Acqua (www.contrattoacqua.it), che ha portato migliaia di persone a intasare le caselle email dei Parlamentari e centinaia di persone a protestare sotto Montecitorio

 

Con l’entrata in vigore del Decreto, possiamo affermare con certezza che, per garantire maggiori utili ai privati, il costo delle bollette dell’acqua aumenterà, mentre la qualità del servizio sarà destinata inesorabilmente a peggiorare.

 

Il voto odierno alla Camera (unito a quello delle scorse settimane al Senato) dimostra che i nostri Parlamentari sono più sensibili agli interessi dei poteri forti (in questo caso le grandi aziende private del settore idrico) che non alle esigenze dei cittadini. In tal senso è da deprecare l’atteggiamento della Lega Nord. Il partito nordista da sempre si dice federalista ed attento alle esigenze dei territori e degli Enti Locali, contro le lobby e contro Roma ladrona. Non a caso in Lombardia fino a qualche mese fa la Lega aveva sostenuto la battaglia referendaria che aveva portato ben 144 Sindaci lombardi (di tutti i colori politici) ad ottenere la modifica della vecchia legge regionale per la privatizzazione dell’acqua voluta da Formigoni.

Ma ora la Lega ha ceduto, proprio sotto i ricatti dei poteri forti. Cosa racconteranno i parlamentari leghisti ai loro sindaci, i quali non potranno più controllare e gestire direttamente gli acquedotti e saranno invece costretti a cederli alle grandi multinazionali, magari straniere?

 

Il mercato non deve entrare nella gestione di un servizio vitale come l’acqua. Per questo chiamiamo alla mobilitazione tutti i cittadini, contro il Decreto votato oggi alla Camera e contro la messa a gara della gestione degli acquedotti in tutti gli ATO provinciali.

I cittadini devono far sentire la loro voce a difesa dei beni comuni e in particolare dell’acqua; devono chiedere ai loro sindaci di dichiarare l’acqua un diritto e un bene comune non privatizzabile.

Solo con la lotta potremo conservare il diritto all’acqua, un bene comune di tutta l’umanità, che non deve diventare un business per poche multinazionali!

 

Roberto Fumagalli, Comitato Italiano per il Contratto Mondiale sull’Acqua

 

19 novembre 2009