WWF Lario Orientale

Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”

 

COMUNICATO STAMPA

 

Polo Industriale del Mais:

 il progetto fallisce anche di fronte alla pianificazione di altre aree industriali nel lecchese

 

E’ di questi ultimi giorni la segnalazione dell’ennesimo intervento di edilizia industriale nella Brianza lecchese, in sfregio al nostro paesaggio ed alla salute pubblica dei cittadini residenti. Via Lariana a Colle Brianza ora ha una nuova area industriale, incastrata a forza tra le ultime case del paese prima di incontrare il bosco e la collina. Un pesante colpo per l’assetto ambientale della zona che, oltre ad avere preoccupanti risvolti per la vivibilità della frazione interessata dalle nuove costruzioni, ha deturpato in modo purtroppo irreversibile l’area.

Altre migliaia di metri cubi di cemento si andranno così ad addizionare ai 200.000 metri quadrati di capannoni previsti per il solo Polo Industriale dell’area del Mais, tra Molteno e Bosisio Parini.

E non finisce qui, poiché giungono notizie di nuovi insediamenti anche da Sirone, dove si costruirà in zone oggi caratterizzate da aree umide soggette a rischio di allagamento per la vicinanza del torrente Gandaloglio.

 

Di fronte a questi chiari e lampanti esempi di edificazione a macchia di leopardo diffusa un po’ in tutti i comuni della nostra pianura lecchese, ci si chiede come ancora vi siamo dubbi sulla importanza delle ultime aree agricole presenti, sul loro ruolo di tampone per assorbire inquinanti e proteggere la popolazione residente, sul significato naturalistico che esse svolgono quale ultimo rifugio della fauna selvatica ancora presente, sul valore paesaggistico e di riconoscimento dell’identità del nostro territorio di pianura.

 

I dati parlano chiaro. Le previsioni di urbanizzazione stabilite dai singoli comuni andranno a sommarsi al massiccio intervento del Polo Industriale del Mais, con il risultato che ci pregiudicheremo da qui a dieci anni quel poco di verde residuo. Una prospettiva inaccettabile se pensiamo all’attuale condizione della pianura e della collina lecchese, dove ormai regna una “marmellata” senza soluzioni di continuità di case, di strade e di capannoni.

 

Vogliamo stigmatizzare le affermazioni rilasciate dal segretario della Camera del Lavoro di Lecco, Alberto Anghileri, che considera il territorio come un bene a disposizione delle attività produttive, riducendo a semplici “egoismi” la difesa del verde attuata da Nibionno contro la Icam e di noi ambientalisti e di alcuni comuni contro il Mais.

 

Dal nostro canto, chiediamo a tutte le amministrazioni comunali maggiore sensibilità ambientale nelle loro scelte urbanistiche, troppo spesso irrispettose delle valenze naturali residue di un territorio già troppo tartassato, nonché della salute delle popolazioni residenti.

Chiediamo alle amministrazioni di introdurre nella pianificazione dei loro comuni una visione che non sia solo localistica, in cui ciascuno ragiona confinandosi entro il proprio comune o, peggio, la singola frazione, ma che consideri invece prioritaria la tutela dei corridoi biologici, la necessità di avere una salubrità diffusa e il bisogno vitale per l’uomo di verde e di natura.

 

 

WWF Lario Orientale

Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”

 
Lecco,  9 aprile 2007