Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” interviene
sull’allarme siccità
Allarme siccità: rispettiamo il territorio
Leggo sulla
stampa nazionale e locale di questi ultimi giorni, tutta una serie di articoli sull’allarme siccità. Praticamente
la mancanza d’acqua sta mettendo in
crisi tutto il territorio provinciale di Como e Lecco.
Di acqua si parla solo quando ce n’è troppa (in occasione delle alluvioni) o quando
ce n’è troppo poca (durante le siccità).
Si denuncia di volta in volta: l’allarme
alluvioni, il problema del livello dei laghi, la mancata pulizia degli alvei
dei torrenti e dei fiumi ed in questi giorni il problema dei fiumi in secca
e della scarsità di acqua potabile, definendola
“una situazione straordinaria”.
La
questione è che non siamo di fronte a situazioni eccezionali, bensì l’alternarsi di alluvioni e
siccità rappresenta ormai la normalità.
Il problema dell’acqua è strettamente legato alla gestione del suolo. L’eccessiva urbanizzazione del territorio ha
determinato due fenomeni: l’impermeabilizzazione e l’eccessivo emungimento.
Da una
parte l’impermeabilizzazione
del suolo (dovuta alla costruzione di
strade, parcheggi, case, capannoni, ecc.) causa una cattiva dispersione delle acque in occasione delle forti
piogge, andando ad ingrossare i torrenti e i fiumi.
Dall’altra
parte l’eccessivo emungimento dovuto alle attività umane (industria,
agricoltura e usi potabili) determina la siccità in caso di scarse precipitazioni.
A nostro
giudizio è compito degli amministratori pubblici trovare soluzioni a questi
fenomeni. Bisogna anzitutto evitare
la cementificazione del territorio, anche nell’ottica
di salvaguardare la corretta gestione delle acque. Al contrario, e solo per fare un esempio, i Piani Regolatori di molti
comuni del comasco e del lecchese
hanno permesso la costruzione di nuovi capannoni in aree delicate dal punto di
vista idrogeologico, con la conseguenza che antiche rogge e fossati sono scomparsi
o coperti dal cemento. In tal modo l’acqua sparisce, tornando di prepotenza
durante le forti precipitazioni.
E poi non dimentichiamo l'abbandono progressivo dei pozzi di attingimento idrico,
avvenuta negli scorsi decenni, e le perdite nelle reti di distribuzione dell'acqua:
due pecche di cui sono colpevoli i nostri amministratori!
Merone, 25 giugno 2005
Roberto
Fumagalli
Presidente del
Circolo Ambiente "Ilaria Alpi"