Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” interviene sull’allarme siccità

Allarme siccità: rispettiamo il territorio

Roberto Fumagalli: “Le alluvioni e la siccità sono conseguenze della cementificazione”

 

Leggo sulla stampa nazionale e locale di questi ultimi giorni, tutta una serie di articoli sull’allarme siccità. Praticamente la mancanza d’acqua sta mettendo in crisi tutto il territorio provinciale di Como e Lecco.

Di acqua si parla solo quando ce n’è troppa (in occasione delle alluvioni) o quando ce n’è troppo poca (durante le siccità).

Si denuncia di volta in volta: l’allarme alluvioni, il problema del livello dei laghi, la mancata pulizia degli alvei dei torrenti e dei fiumi ed in questi giorni il problema dei fiumi in secca e della scarsità di acqua potabile, definendola “una situazione straordinaria”.

La questione è che non siamo di fronte a situazioni eccezionali, bensì l’alternarsi di alluvioni e siccità rappresenta ormai la normalità.

Il problema dell’acqua è strettamente legato alla gestione del suolo. L’eccessiva urbanizzazione del territorio ha determinato due fenomeni: l’impermeabilizzazione e l’eccessivo emungimento.

Da una parte l’impermeabilizzazione del suolo (dovuta alla costruzione di strade, parcheggi, case, capannoni, ecc.) causa una cattiva dispersione delle acque in occasione delle forti piogge, andando ad ingrossare i torrenti e i fiumi.

Dall’altra parte l’eccessivo emungimento dovuto alle attività umane (industria, agricoltura e usi potabili) determina la siccità in caso di scarse precipitazioni.

A nostro giudizio è compito degli amministratori pubblici trovare soluzioni a questi fenomeni. Bisogna anzitutto evitare la cementificazione del territorio, anche nell’ottica di salvaguardare la corretta gestione delle acque. Al contrario, e solo per fare un esempio, i Piani Regolatori di molti comuni del comasco e del lecchese hanno permesso la costruzione di nuovi capannoni in aree delicate dal punto di vista idrogeologico, con la conseguenza che antiche rogge e fossati sono scomparsi o coperti dal cemento. In tal modo l’acqua sparisce, tornando di prepotenza durante le forti precipitazioni.
E poi non dimentichiamo l'abbandono progressivo dei pozzi di attingimento idrico, avvenuta negli scorsi decenni, e le perdite nelle reti di distribuzione dell'acqua: due pecche di cui sono colpevoli i nostri amministratori!

 

Merone,  25 giugno 2005

  

Roberto Fumagalli

Presidente del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi"